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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Il filo del rasoio di William Somerset Maugham

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Un libro pieno, intenso, delizioso che ti avviluppa nei meandri della sua trama e ti trascina via con sé. Un romanzo di rara bellezza che va dritto al cuore del lettore impedendogli di separarsene benchè ci si riprometta che quella sarà l’ultima pagina. Ho ritrovato ne “ Il filo del rasoio ” lo scrittore di cui mi sono profondamente innamorata. Quella capacità di introspezione psicologica, analisi e impietoso disvelamento dell’animo umano che di rado ho trovato finora a queste vette. Larry, il protagonista del romanzo, è un giovane segnato dagli orrori della prima guerra mondiale. Uno di quei numerosi giovani che, una volta tornati a casa, faranno fatica a trovare il loro posto. Chi lo circonda però non lo comprende e vorrebbe ritrovare in lui il ragazzo spensierato di un tempo. È un giovane di vent’anni nel cui animo dilaniato sorgono domande per rispondere alle quali farà molta, moltissima fatica. Larry è fidanzato con la bella e viziata Isabel che, sulle prime lo incoraggerà e soste

La versione di Carl di Andrea Pamparana

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“A ottantacinque anni era un uomo famoso, celebrato, in certe situazioni idolatrato, ma sostanzialmente solo. Sedeva sulla pietra della spiaggia di fronte all’ingresso della casa, la camicia sgualcita, un cappello di paglia, le mani intrecciate, le braccia appoggiate sulle ginocchia, gli occhiali leggermente appannati e guardava le volute delle onde provocate dal lento passaggio dei battelli diretti o provenienti dall’imbarcadero di Zurigo” Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, è stato uno dei massimi psichiatri, pensatori e filosofi del suo tempo. Amato, idolatrato, aspramente criticato ma universalmente riconosciuto per la sua genialità. Questa biografia ha il pregio non particolarmente diffuso, a dir il vero, di restituirci l’immagine nitida del celeberrimo psichiatra. Ce lo descrive bambino quando, definito dai compagni “mostro di asocialità” , preferiva starsene per suo conto senza giocare con i coetanei. Lo seguiamo quando, giovane medico, si dedicava alla pratica d

Circe di Madeline Miller

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  “Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime tra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l’immortalità” L’incipit del romanzo di Madeline Miller non avrebbe potuto essere più folgorante. Descrive con la potenza di un lampo la storia di Circe.  Ultima tra le divinità, figlia di Elios e della ninfa Perseide, mai particolarmente amata dai genitori, la Circe della Miller è timorosa, desiderosa d’amore, spesso seduta ai piedi del padre nel mai neanche velato desiderio di esserne riamata. Cerca di farsi accettare. È però invariabilmente respinta, invisa persino ai fratelli. La madre la dissuade dal cantare per via della sua vocetta stridula. Solo più in là ne scoprirà la ragione. La sua, infatti, è una voce umana. Circe è speciale. Ama intensamente e proprio grazie all’amore scoprirà i suoi poteri nelle arti magiche che le varranno infine l’e

Sillabari di Goffredo Parise

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Che siano una raccolta di racconti o di poesie in prosa come lo stesso Parise li ha definiti, i Sillabari sono un’opera di straordinaria bellezza. Leggendoli, si ha l’impressione di fluttuare da cieli di sconfinata dolcezza a sprazzi di cruente realtà. La prosa elegante, raffinata, coinvolgente trasporta il lettore in un luogo altro e si avverte lo stacco definitivo rispetto a tutto ciò che è ordinario. Sono stati proposti vari accostamenti della sua scrittura a quella di altri grandi della letteratura. Non sono d’accordo. Parise è Parise e non è possibile avvicinare la magia della sua prosa ad altri. È un poeta e i poeti non hanno simili. Ciascuno è creatore di una magia sua propria che non ha uguali. La lettura dei sillabari è il tepore del fuoco per chi sia stato nella tormenta, la coperta calda per chi abbia freddo. La bellezza, pura, totale, assoluta. Opera di straordinaria dolcezza che sono grata, profondamente grata, di aver scoperto. E si sa, quando scopri una meraviglia non ve

Che paese, l'America di Frank McCourt

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Frank ha diciannove anni quando la Quercia d’Irlanda attracca in America. New York con le sue luci scintillanti, terra tanto agognata, gli si stende davanti carica di tutte le aspettative di cui lui l’ha investita nei lunghi anni irlandesi. Frank inizierà dal basso, farà mille lavori. Svuotatore di posacenere in un grand hotel, scaricatore di porto, tirocinante in una compagnia assicurativa, impiegato di banca, soldato. In tutto questo suo peregrinare non mancherà di aiutare la famiglia al trasferimento in America. Incoraggiato da un collega di lavoro che ammira profondamente tanto ad arrivare a desiderare che quell’uomo fosse suo padre, Frank si iscriverà all’università. Diventerà insegnante. È un romanzo intenso che racconta con lo stile diretto a cui siamo stati abituati da “ Le ceneri di Angela ” la storia di Frank e di come sia giunto ad ottenere il suo riscatto. È riuscito ad entrare nei circoli della media borghesia e ad elevarsi dalla condizione di soggezione in cui la scarsità

Le ceneri di Angela di Frank McCourt

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“ Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un’infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un’infanzia infelice irlandese è peggio di un’infanzia infelice qualunque, e un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora” Il piccolo Frank, bambino di quattro anni, ci narra della sua infanzia, triste, povera, desolata. Lui e i suoi  fratellini erano bambini affamati che hanno vissuto sulla loro pelle il dolore delle privazioni e delle sofferenze. Non avevano nulla. Spesso mangiavano un giorno sì ed uno no. Erano poveri. Dormivano a terra. Hanno conosciuto la perdita di tre fratellini. Margaret, la sola femminuccia, bella, bellissima con gli occhi azzurri della mamma e i riccioli neri. Il piccolo Oliver e a seguire il gemellino Eugene quasi che la vita dell’uno non avesse senso senza quella dell’altro. Si avverte, in questo clima di miseria generale, la solidarietà tra gli ultimi. Si trova sempre qualcuno disposto a tender

Le mie letture di gennaio

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  LA VERSIONE DI BARNEY: è un romanzo con un protagonista stupendo, tremendamente umano. " Alla mia età non rimpiangerai le marachelle che hai fatto, ma quelle che non hai fatto". Barney Panofsky, irriverente, bugiardo, menzognero, un vecchio bastardo come l’ha chiamato perfino suo figlio, è un’adorabile canaglia. Uno che mente, beve, si trascina da un bar all’altro trangugiando Macallan e fumando Montecristo. Incarna l’antieroe.  IL RACCONTO DELL'ANCELLA: è un romanzo travolgente, angosciante che tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina quasi lo mandasse in apnea. La mia è durata lo spazio dei due giorni sufficienti a divorare questo romanzo che non dovrebbe rientrare a pieno titolo tra quelli nelle mie corde. Anzi non lo è proprio. Eppure! L'ho adorato. LA DONNA GIUSTA: è un romanzo feroce, di rara bellezza con un'approfondita analisi dell'animo umano. I protagonisti ci parlano d’amore, dell’amore provato sulla carne nuda, di quello tradito,