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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Un uso qualunque di te di Sara Rattaro

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  Una telefonata nel cuore della notte informa Viola di raggiungere immediatamente l’ospedale. E’ Carlo, suo marito. In preda al terrore Viola vi si precipita ma quando vede il marito e il modo in cui lui la guarda, è spiazzata. Sconvolta. Lui la afferra per il collo e le chiede come lei abbia potuto fare quello che ha fatto. Perché?  Non c’è tempo da perdere. Luce, la loro figlia, sta molto male e ha bisogno di un trapianto. Viola è una donna irrequieta che si destreggia tra vari incontri occasionali ignara che il marito ne sia pienamente a conoscenza. Si sente esclusa dal rapporto simbiotico che lega Carlo a Luce. L’amore tra padre e figlia mette quasi a disagio Viola che si sente fuori dal cerchio magico e li guarda con sguardo lontano. “come faccio a dirti che è per lei che io ho imparato ad amarmi, che è lei la mia radice, che è la sua stanza che io chiamo casa, che so cosa le piace e cosa le dà ribrezzo, che è tra le mie braccia che è caduta quando ha fatto il primo passo della s

Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

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  Ho viaggiato al seguito di Dantès. L’ho seguito lungo le vie di Marsiglia quando, appena sbarcato, ebbro di gioia, correva a riabbracciare l’anziano padre e l’amata Mercedes.  Ero al suo fianco, spettatrice partecipe, quando veniva ingiustamente accusato di un reato mai commesso e, per questo, imprigionato.  Ero con lui quando, nelle segrete del Castello d’If, decideva di darsi la morte e quando, avido discente, ascoltava le lezioni impartitegli dal buon abate Faria che è riuscito, con il suo affetto, ad ancorarlo alla vita. Ero con lui quando, divenuto conte di Montecristo, pianificava ogni singolo atto della sua vendetta. Ero con lui quando, sostituitosi alla Provvidenza di cui si era fatto strumento, ha punito i malvagi.  Ho condiviso il suo dilemma se, per caso, non avesse esagerato con la sua vendetta travalicandone i limiti. Dumas mi ha tenuta incollata alle pagine sì che non ho quasi avvertito la mole del romanzo. Ad un certo punto ho perfino rallentato il ritmo di lettura per

Le mille luci di New York di Jay McInerney

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Il romanzo si apre con l’immagine di una New York dominata dal consumo di droghe e locali chiassosi in cui il protagonista, un aspirante scrittore del quale non verrà mai menzionato il nome, trascorre le sue serate trascinandosi da un locale all’altro.  “sai che là fuori, nella luce arcigna dell’alba, ti aspetta il tuo purgatorio personale, un disperato dormiveglia che è come un incendio nel grasso che ti frigge il cervello” La narrazione procede in seconda persona avvicinando il lettore al protagonista in un tu che non sei tu ma potresti esserlo. Potresti essere tu quello imprigionato in un lavoro che non ami e che forse non hai mai amato. Tu, quello che è stato lasciato dalla giovane moglie poco dopo il matrimonio. Tu, quello che cerca di trovare pace nell’uso di sostanze stupefacenti che ti obnubilano la mente almeno per un po’. Potresti essere tu quello che si trova in un posto improponibile con persone improponibili ad orari impensati. Potresti esserlo e forse lo sei. Chissà! “tu

Di questo amore non si deve sapere di Ritanna Armeni

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“ Su un vagone ricoperto di tessuto nero e rosso, viaggia una bara con il corpo di una donna. Il suo nome è Inessa. Inessa Armand. E’ lei che l’uomo e il piccolo gruppo di persone stanno aspettando. Il percorso non è breve. All’uomo viene offerta un’automobile. Non è subito riconoscibile, con lo sguardo affondato nel cappotto, il viso contratto dalla sofferenza” L’uomo è Lenin. Il volto stravolto dal dolore, attende sulla banchina Inessa incurante degli sguardi incuriositi degli astanti che si interrogano sul perché del profondo turbamento del leader. Si concludono così gli undici anni che Lenin ha condiviso con Inessa. Anni in cui hanno lottato duramente per la causa senza risparmiarsi dolori e umiliazioni. Si sono amati profondamente ma il loro amore non era destinato a durare. “Non si possono avere due passioni, Inessa.” È quanto il leader bolscevico dice alla impavida e bella Inessa, la donna che ama, al momento in cui tronca la loro relazione. Avere un’amante era espressio

Lovebook di Simona Sparaco

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Tempo fa gironzolavo tra gli scaffali della libreria che frequento solitamente e mi sono imbattuta in un romanzo della Sparaco. La sinossi era molto interessante ma sono riuscita a resistere e non l’ho acquistato. Perché? Era il suo ultimo romanzo e desideravo conoscere il percorso che l’aveva condotta fin lì. Ho scelto di cominciare dal suo primo romanzo. Lovebook. Ho fatto la scelta giusta. Solidea ha venticinque anni e la sua vita è andata in pezzi perché il fidanzato una mattina l’ha lasciata gettando al vento nove anni di relazione. Si sente persa. Mette in dubbio il suo lavoro e arriva ad odiarlo. Complice sorella, cugina e amico torna con la mente al suo primo amore. Quello che cercava di seguire ovunque per quanto i suoi otto anni le consentissero: Edoardo. Edoardo ha trentadue anni, è un giovane imprenditore schiacciato tra l’invadenza di una ex fidanzata che non si arrende ed una famiglia che combatte una guerra senza esclusione di colpi. Quasi per caso lui e Solidea si ritro