Un Maugham al mese

Ciao a tutti! Come stanno andando le vostre letture?

Le mie molto bene. Ho iniziato l’anno con “La versione di Barney” ed è proseguito con il folgorante “Il racconto dell’ancella” verso cui, chi mi segue su facebook e instagram lo sa, avevo qualche iniziale riserva immediatamente spazzata via.

Il 2020 si è concluso con una lettura che ho amato profondamente e che mi ha fatto scoprire un autore meraviglioso. William Somerset Maugham. Un grandissimo autore inglese che mi fatto innamorare della sua prosa, della capacità di fine introspezione psicologica dei personaggi e delle sue parole. Di tutte le sue parole.

Ho quindi pensato di dedicare una tra le mie letture mensili ad alcune delle sue opere. O forse tutte, chissà! Ha scritto di tutto. Romanzi meravigliosi ma anche racconti. È stato commediografo. 

Nasce così la rubrica “Un Maugham al mese” uno spazio in cui parlerò di Maugham e dei suoi scritti.

William Somerset Maugham (Parigi, 25 gennaio 1874- Saint-Jean-Cap-Ferrat, 16 dicembre 1965) è stato medico, scrittore e commediografo inglese. 
Il padre era un avvocato, si riteneva pertanto che William ne avrebbe seguito le orme. La madre dello scrittore, che lui amava profondamente, era malata di tubercolosi, condizione per la quale molti medici dell’epoca consigliavano il parto. 
William quindi aveva tre fratelli che frequentavano il college quando lui aveva solo tre anni. 
La madre morì giovanissima lasciando un vuoto immenso nella vita del piccolo Willie. 
Pare che avesse tenuto la foto della madre sul suo comodino fino alla morte.
Due anni dopo morì anche il padre, il giovane William fece dunque ritorno in Inghilterra e fu cresciuto dallo zio Henry MacDonald Maugham, vicario di Whitstable. 
Gli anni di scuola furono un vero incubo per Maugham. Veniva deriso per il cattivo inglese, essendo vissuto in Francia era il francese la sua prima lingua, e per la bassa statura. A partire da quel periodo iniziò a balbettare, disturbo che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, seppur saltuariamente.

La vita scolastica e quella con il vicario non incoraggiavano il giovane Maugham a manifestare le proprie emozioni con la conseguenza che il ragazzo sviluppò la tendenza a rivolgere osservazioni taglienti all’indirizzo delle persone che non gli piacevano. 
Trascorse poi un periodo in Germania e, rientrato in Inghilterra, iniziò a lavorare in un ufficio di contabilità.
Tuttavia, dato lo scarso interesse dimostrato per quella tipologia di lavoro, studiò medicina al King’s College di Londra.

Da sempre amante della scrittura, di giorno si dedicava allo studio trascorrendo le notti a riempire di appunti i suoi quaderni. Pieni di spunti e idee per dei romanzi. 

Il suo primo romanzo, "Liza di Lambeth", trae ispirazione proprio dalla professione di medico presso l’ospedale del distretto popolare di Lambeth a Londra.

Visto l’enorme successo ottenuto dal romanzo, Maugham decise di abbandonare la medicina per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Sarà l’inizio di un amore lungo 65 anni.

A coloro che hanno visto nei suoi anni di medicina una perdita di tempo, Maugham opponeva che quegli anni sono stati preziosi avendogli consentito di entrare a contatto con la gente, con il dolore, la paura, la speranza.

Una curiosità su Maugham? Nel 1917 il capo del Secret Intelligence Service britannico, gli affidò una missione speciale in Russia per assicurare sostegno al governo provvisorio e mantenere la Russia in guerra ostacolando la propaganda pacifista tedesca. Questo evento sarà alla base di uno dei suoi romanzi.

Uno scrittore grande, grandissimo che ricordiamo per l’ironia che pervade i suoi personaggi finemente tratteggiati con le loro fragilità, le passioni e i vizi eminentemente umani incastonati in una realtà cupa ma mai del tutto spietata. 

A presto, prestissimo con il primo romanzo di Maugham




Schiavo d'amore (1915)



Primo romanzo che ho letto è stato “Schiavo d’amore”. Philip Carey. Sospiro ancora quando pronuncio il suo nome. Philip con le sue fragilità, le insicurezze, quella voglia di essere amato nonostante il difetto mi accompagna ancora. Non nascondo di averlo cercato tra le pieghe di altre storie, tra sentieri tracciati da altri autori. Non l’ho trovato. Non credo che lo troverò di nuovo se non tra le pagine di Maugham.

È un personaggio che mi ha completamente conquistata. 
Perché? Perché è infinitamente, completamente, tremendamente umano. Fragile. Coraggioso. Non immune agli istinti più bassi, agli sbagli e a desideri inconfessabili. Primo tra tutti quello di essere anche lui, per una volta, uno come gli altri. 
Ecco un’altra delle capacità di Maugham è quella di creare personaggi che sono in realtà persone. Philip potrebbe essere ognuno di noi.

Da questo romanzo è stato tratto nel 1934 un film “Of Human Bondage” ovvero “Schiavo d’amore” che sto ancora cercando di reperire. Protagonista è Leslie Howard che i più ricorderanno come colui che ha dato il volto all'Ashley Wilkes che l'indimenticata Rossella O'Hara per lunghissimo tempo ha creduto di amare. Alto, biondo, dai lineamenti aristocratici Leslie è Philip, il ragazzo stupendo nato dalla penna di Maugham.

Accompagnato sullo schermo dalla grandissima Bette Davids che, sola, non ha avuto timore di interpretare la crudele Mildred. Pare che altre attrici avessero rifiutato il ruolo per non essere etichettate come "le cattive". Ma Bette Davids non ha avuto di questi timori. Convinta, anzi, che il ruolo della spietata Mildred sarebbe stata l’occasione per dimostrare le proprie capacità artistiche.

Nonostante l’enorme successo della sciatta Mildred, il ruolo non valse alla Davis la candidatura all’oscar che le sarà riconosciuta solo l’anno successivo. La Davis non ebbe remore nell’affermare che si trattasse di un riconoscimento tardivo per la sua interpretazione in “Schiavo d’amore”. 

E voi siete mai riusciti a vedere questo film?
Spero tanto di riuscire a vederlo.

Philip avrà sempre ai miei occhi lo sguardo malinconico e penetrante di Leslie Howard e continuerò a cercarlo nel passo claudicante e negli occhi tristi delle persone che incontrerò nel mio cammino. Continuerò a cercarlo nelle altre storie in cui mi imbatterò. So che è molto difficile ma questo non mi impedirà di continuare a farlo.
Non mi stancherò mai di ripetere che adoro questo romanzo. Adoro Philip e il suo papà Maugham con il quale condivide tanto.  

Vi lascio il link di rimando alla recensione del libro 










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