La Passeggiata di Robert Walser

Un mattino, preso dal desiderio di fare una passeggiata, mi misi il cappello in testa, lasciai il mio scrittorio e stanza degli spiriti, e discesi in fretta le scale, diretto in strada”

Il protagonista del racconto cammina lungo le vie del paese incontrando una molteplicità di personaggi, reali e non, scambiando con essi brevi dialoghi inframmezzati da profonde riflessioni interiori. 

L’uomo si interroga sulla frenesia del voler a tutti i costi apparire esaltata da una società che, lungi dallo stigmatizzare simili comportamenti, li innalza a modelli di virtù. Si chiede come mai il ricco non provi imbarazzo per lo stato di abbandono in cui versano i più poveri.

La voce narrante guarda con stupefatta ammirazione gli alberi, le foglie, il profumo della natura circostante e si ripromette di parlarne in un prossimo scritto “la passeggiata” che esercita su di lui una funzione calmante e rasserenante. La passeggiata costituisce strumento di contatto con il mondo. Se l’autore dovesse rinunciarvi, non riuscirebbe più a scrivere alcunchè.

La natura ha il potere di trasmettere un senso di quiete e fa traboccare dall’animo tormentato del narratore un sentimento di gratitudine per quanto di bello lo circondi.

Tuttavia, le bellezze naturali non impediscono al protagonista di mettere a nudo le tristezze della sua vita (si pensi alle difficoltà economiche di cui parla nell'episodio con l’agente delle imposte).

La condizione finale di prigioniero tra terra e cielo per il quale non vi è altra strada se non quella tracciata verso la tomba viene ancora una volta mitigata dal potere calmante della natura.

Dietro la sequela di personaggi immaginari e non che si avvicendano nel racconto cogliamo una fine capacità di riflessione e comprensione del mondo, che trovano spiegazione con la condizione di schizofrenia da cui Wasler era affetto e che lo portò poi a morire in solitudine nel corso di una delle sue tanto amate passeggiate nei pressi nel manicomio presso cui era ricoverato.


Commenti




  1. Edizione Adelphi bellissima. Il libro, dal tuo commento, mi ricorda la poesia di Wordsworth conosciuta come Daffodils, infatti l'autore è inglese come il poeta

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    1. ciao Maria Antonietta, hai ragione! Ho appena letto la poesia di cui parli e concordo nel dire che ci sono delle similitudini. Le edizioni Adelphi sono sempre una garanzia!

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