L'anno nuovo di Gianni Rodari

Oggi è il secondo giorno del nuovo anno. Seppur tra mille difficoltà, peraltro generalmente condivise, mi ritrovo a tirare le somme dell'anno appena trascorso. Il 2020 mi ha dato e mi ha tolto.

Mi ha aiutato ad apprezzare cose che, alle volte, si danno per scontate: la salute. Fondamentale per ognuno di noi. Ho imparato ad amare le piccole cose e a vivere giorno per giorno, io che vivevo di progetti e proponimenti. Quel viaggio, quella mostra, quella cosa da vedere, quel film. Tutto è passato in secondo piano.

Mi ha tolto: la leggerezza e la spensieratezza dei piccoli gesti. L’abbraccio dato alla collega alla macchinetta del caffè, la carezza fatta ad un bambino che cercava di travolgerti mentre, in fila alle casse del supermercato, ti arrabattavi tra mille cose perché è universalmente noto che entri per una cosa e ne esci con due sacchetti pieni. Ma tant’è. I sorrisi fatti con le labbra. Voglio tornare a sorridere con la bocca e non solo con gli occhi.

Voglio tornare ad abbracciare la mia famiglia e il mio nipotino, gli amici. Ecco del 2021 mi auguro che un giorno si dirà sia stato l’anno in cui siamo tornati ad abbracciarci.

Che sia un anno pieno di sorrisi, di abbracci, di lacrime di gioia, di gente che balla per strada presa dall’euforia della musica. Anche di quella che non suona. 

Che sia un anno pieno, ricco, felice. Che sia il vostro, il nostro anno!

Voglio dargli il benvenuto con una splendida poesia di Rodari. 

L'anno nuovo

Indovinami, indovino,

tu che leggi nel destino:

l’anno nuovo come sarà?

Bello, brutto o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni

che avrà di certo quattro stagioni,

dodici mesi, ciascuno al suo posto,

un carnevale e un ferragosto,

e il giorno dopo il lunedì

sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo

nel destino dell’anno nuovo:

per il resto anche quest’anno

sarà come gli uomini lo faranno.


 

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