Il Canto di Natale di Charles Dickens

Probabilmente il più conosciuto tra i racconti natalizi, il Canto di Natale è una delle storie più commoventi e ricche di significato che siano mai state scritte.

Protagonista è Scrooge, uomo burbero e avido, che non crede nel Natale.

La vigilia però riceve la visita inaspettata dello spirito del suo vecchio collega che gli prospetta la possibilità di salvarsi, se e solo se lo vorrà. 

Scrooge verrà quindi visitato da tre spiriti.

Il primo è lo spirito dei Natali passati che gli mostra lo Scrooge bambino, solo e abbandonato a scuola nel giorno di Natale. Vede se stesso tornare a casa con la sorella, il giovane apprendista che era e l’accortezza che il datore di lavoro gli usava. Rimpiange così il suo comportamento nei confronti del segretario, il sig. Bob Cratchit. Vede la fidanzata di un tempo, oggi diventata madre dei figli di un altro uomo che avrebbero potuto essere i suoi figli.

Il secondo è lo spirito del Natale presente che illustra a Scrooge come stanno trascorrendo il Natale le persone che lo circondano. Allora sbircia in casa del nipote e del suo dipendente, il sig. Cratchit. Vede la povertà estrema in cui questi e la sua famiglia vivono. Vede il piccolo Tiny Tim e riesce persino a dare una sbirciatina al posto vuoto che quella tavola patirà l’anno successivo.

 “Cosa importa? Se deve morire che lo faccia, che così ridurrà il sovrappiù della popolazione” Scrooge chinò il capo all’udire le proprie parole riportate dallo spirito”

 La terza visita è quella dello spirito dei Natali Futuri. Completamente coperto di un manto nero che gli cela il viso e il capo, il fantasma non proferisce parola. Si limita ad indicare una camera immersa nell’oscurità totale ove giace, inerte, un corpo.

La bellezza, unica, di questo racconto risiede nella prosa semplice e immediata, e nella chiarezza del messaggio che veicola. Ognuno di noi può cambiare se lo desidera nel profondo. E così Scrooge di fronte all’ineluttabilità dell’ultimo spirito, il futuro al quale non può replicare alcunchè, abbandona le vesti dell’uomo arido e concentrato su di sé

 “Onorerò il Natale nel mio cuore, e mi adopererò per serbarlo lì tutto l’anno. Vivrò in quello passato, nel presente e nel futuro. E gli spiriti di tutti e tre agiranno su di me”

Nitida emerge la critica alla società del tempo. Ma facendo del proprio meglio, ognuno può contribuire all’eliminazione del male sociale. Questo gesto deve iniziare nel giorno di Natale e poi continuare quasi fosse un fuoco che continua ad ardere.

Bellissimo racconto!

 

Commenti

Post popolari in questo blog

Stortokkio di Paolo Petraccia

Il vagabondo delle stelle di Jack London

L'isola dell'abbandono di Chiara Gamberale