Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby

Nessuno può volare non è un altro dei bei romanzi a cui Simonetta Agnello Hornby ci ha abituati. È molto di più. È la storia della malattia che ha colpito il figlio Giorgio e di come la famiglia ha reagito per affrontarla ed andare avanti. Nonostante tutto. 
Il libro è scritto a quattro mani con il figlio che ci racconta delle difficoltà piccole e grandi incontrate nella vita di tutti i giorni, dalla scelta di lasciare il lavoro a come la vita sia più complicata quando si sta seduti su una sedia a rotelle. Avete mai pensato al fatto che chi sta seduto su una sedia a rotelle non può guardare negli occhi il suo interlocutore?
La prima cosa che si chiede è “perché proprio a me”? È spontaneo e del tutto umano chiederselo.
In una seconda fase, all’esito di lunghissime riflessioni però la prospettiva si ribalta e la domanda muta in “perché non a me”? si. Poteva capitare a chiunque ed è toccato a me. 

Allora che cosa si può fare? È una sfida. Va accettata e affrontata. E così Giorgio inizia ad avventurarsi lungo le vie della sua Londra armato di sedia a rotelle e utilizzando i mezzi pubblici che, almeno lì, tengono conto delle esigenze dei disabili.
Spesso- prosegue la Agnello- siamo portati a pensare che la malattia nobiliti e, forti di un preconcetto ben radicato, crediamo che tutti i disabili siano brave persone, docili, sagge quasi che la disabilità abbia agito su di loro con funzione salvifica. Non è così. I disabili sono persone esattamente come noi. Con pregi e difetti eminentemente umani.
E vanno trattati esattamente come tutti. Le città dovrebbero accoglierli ed integrarli al loro interno. È inaccettabile che locali aperti al pubblico che si dichiarano accessibili poi non abbiano rampe di scala adeguate o non siano fruibili ai visitatori disabili. Non è possibile rimettersi ogni volta al buon cuore dell’impiegato di turno o del passante. 

Come facciamo a dichiarare civile il nostro paese?

Il libro ci racconta del viaggio, fisico condotto da Milano a Palermo passando per Firenze, Pisa, Roma e Napoli, ma anche emotivo lungo la disabilità. Un viaggio vissuto con dolore e con senso di accettazione perché come ci dice la Agnello

“tutti gli uccelli sanno volare, ma nessun essere umano c’è mai riuscito. Nessuno. Nessuno può volare”

E da lì la conclusione che il figlio non potrà camminare, è vero. Ma le gioie della vita non gli saranno precluse perché “nella vita c’è più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato quel di più”

Incontrovertibile emerge in tutta la sua nitidezza la forza di una madre che combatte accanto al figlio perché una cosa non cambia mai: l’amore incontrastato e incontrastabile di una madre abbatte a mani nude qualsiasi barriera. “Chi ha mamma non ha paura” dicevano.

È un viaggio che consiglio a tutti di intraprendere. 


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