Il giovane Holden di Jerome David Salinger
Che cosa dire del Giovane Holden? Pietra miliare della letteratura americana, è uno stupendo romanzo di formazione in cui la voce narrante ci parla di sé. Con qualche riluttanza, va detto. Holden non è uno che ama raccontarsi. Sono cose sue e a lui non va che si sappiano in giro. Qualche cosa però la dice. È stato cacciato dall’ennesima scuola perché non si impegna. Non ha intenzione di studiare.
Per capire che tipo è Holden basti pensare che, alle volte, si blocca nel bel mezzo di un discorso e si mette a rincorrere pensieri suoi.
“Io abito a New York, e stavo pensando al laghetto di Central Park, quello vicino a Central Park South. Chissà se arrivando a casa l’avrei trovato ghiacciato, e se sì, dov’erano andate le anatre. Chissà dove andavano le anatre quando il lago gelava e si copriva di ghiaccio. Chissà se arrivava qualcuno in furgone che le caricava tutte quante e le portava in uno zoo o chissà dove”
Il romanzo è una critica costante all’ipocrisia dell’età adulta. Quella in cui si finge che vada tutto bene e ci si allinea al pensiero altrui. Quella in cui fai le cose non perché le vuoi davvero ma perché è quanto ci si aspetta da te. Per essere uguale agli altri. Si sceglie di conformarsi al pensiero dei più. Holden è depresso da tutto ciò. È per questo che, in netta contrapposizione all’ipocrito mondo dell’età adulta Holden esalta l’infanzia, nel romanzo impersonata dalla sorellina Phoebe.
“Ciò che contraddistingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che contraddistingue l’uomo maturo è che vuole vivere umilmente per essa”
Holden è un gran bravo ragazzo che si lascia intristire da eventi che gli passano accanto. La prostituta, la bimba senza cappotto con le mani rosse e gelate, le suore, e James.
È proprio difficile il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Non c’è che dire.
Che cosa vuoi fare da grande Holden? L’acchiappatore del campo di segale. Quello che nei campi di segale afferra i bambini prima che cadano nel precipizio.
Si tratta del verso del poeta scozzese Robert Burns e che dà il titolo all’opera (The Catcher Rye) intraducibile in italiano.
È un romanzo bello che punta dritto al cuore. Holden, dopo averci fatto ridere fino alle lacrime, qualche lacrima di commozione ce la strappa per davvero. E come potrebbe essere altrimenti? Se non lo avete mai letto, leggetelo. È una storia bella, commuovente e piena di dolore. Quale storia conoscete che non lo sia?
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