La versione di Carl di Andrea Pamparana

“A ottantacinque anni era un uomo famoso, celebrato, in certe situazioni idolatrato, ma sostanzialmente solo. Sedeva sulla pietra della spiaggia di fronte all’ingresso della casa, la camicia sgualcita, un cappello di paglia, le mani intrecciate, le braccia appoggiate sulle ginocchia, gli occhiali leggermente appannati e guardava le volute delle onde provocate dal lento passaggio dei battelli diretti o provenienti dall’imbarcadero di Zurigo”

Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, è stato uno dei massimi psichiatri, pensatori e filosofi del suo tempo. Amato, idolatrato, aspramente criticato ma universalmente riconosciuto per la sua genialità.

Questa biografia ha il pregio non particolarmente diffuso, a dir il vero, di restituirci l’immagine nitida del celeberrimo psichiatra. Ce lo descrive bambino quando, definito dai compagni “mostro di asocialità”, preferiva starsene per suo conto senza giocare con i coetanei.

Lo seguiamo quando, giovane medico, si dedicava alla pratica della psichiatria chiedendosi che cosa accada realmente nei malati di mente o quando, quasi recalcitrante nell’affrontare lo studio di Nietzsche, era  atterrito dai non pochi punti di contatto con il tormentato filosofo tedesco.

Jung, i suoi studi, la vita privata, la moglie Emma, i cinque figli e i pazienti che hanno costellato la sua lunghissima carriera. Un uomo unico, sempre teso alla ricerca delle verità nascoste, delle risposte alle domande che lo tormentavano. Non si è mai fermato di fronte alle avversità. Vediamo la sua presa di posizione a favore delle idee avanguardiste di Freud e poi, anni dopo, l’allontanamento da colui che non ha mai considerato un maestro ma una sorta di padre. Lui che con il padre naturale non aveva un rapporto idilliaco.

Ed ecco che sentiamo quasi lo sciabordio delle calme acque lacustri ove una famiglia di cigni scivola elegante.

Vediamo il vecchio dalla giacca gualcita e gli occhi puntati alle amate pipe, ora irrimediabilmente spente, il cuore e la mente persi dietro quelle immagini e visioni che lo hanno accompagnato una vita intera.

Lui, inesorabilmente solo, avvolto dalle visioni di amici e parenti abitanti di un passato che non tornerà mai più.

Una lettura bella, coinvolgente, piena di spunti di riflessioni. All’autore va riconosciuto, a mio avviso, il merito non scontato di riuscire a spiegare con naturalezza concetti molto complicati. È una capacità che solo chi ha una notevole padronanza dell’argomento, e non sempre, possiede.

Si tratta di uno scritto che cattura l’attenzione e porta ad interrogarsi.

In me è nato il desiderio di approfondire.

È stata una lettura molto interessante che ho riempito di sottolineature e piccoli appunti come solo con i libri che ho amato faccio.

Lo consiglio.


 

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