La favola di Amore e Psiche di Apuleio

Si tratta di una favola di meravigliosa bellezza che racconta di come Venere, gelosa della giovane Psiche, si fosse rivolta al figlio Amore perché scagliasse una delle sue capricciose frecce all’indirizzo della ragazza facendola innamorare di un essere orrendo.

Le cose non vanno così come la dea aveva immaginato perché la bella Psiche fa innamorare di sé il dio.

I due iniziano a vivere insieme trascorrendo le notti nella dolcezza del talamo nuziale ma Psiche non riesce a rispettare l’unica richiesta che il misterioso marito le aveva rivolto. Lei non avrebbe mai dovuto cercare di guardarne il viso alla luce. La sua curiositas, però, la porta ad infrangere la promessa.

Ed è così che l’idillio si rompe quando la giovane contravviene al divieto e il marito l’abbandona.

“Simplicissima Psyche.. te vero tantum fuga mea punivero”

"Povera ingenua Psiche, basterà la mia fuga a punirti come meriti"

La ragazza è disperata e vorrebbe riaverlo indietro. Quando si consegna alla dea questa la sottopone alle più terribili delle prove perché ella muoia. Le forze della natura però hanno pietà della bella ragazza innamorata.

È una storia dolcissima che non avevo mai letto prima per intero. Ricordo di averne tradotto qualche passo al liceo.. ma quanto è bella! Un’altra cosa.. la favola di Amore e Psiche si è sempre più andata affermando come un’opera a sé ma appartiene alle Metaformosi che mi piacerebbe poter leggere presto per intero


 

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