Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood

Questo romanzo esula dalle letture che amo in genere quindi non sapevo se mi sarebbe piaciuto.

I timori iniziali sono stati spazzati via immediatamente. Le pagine si sono affastellate le une alle altre ed in un soffio era finito.

È un romanzo distopico. 

L’ancella Offred ci narra di un mondo completamente sovvertito. Il Presidente degli Stati Uniti e i membri del Congresso sono stati massacrati e il potere è nelle mani di un regime dispotico e teocratico.

Il nuovo mondo è rigidamente suddiviso in Comandanti, figure apicali del regime; Angeli, il braccio armato; le Zie chiamate ad istruire, formare e controllare le Ancelle; le Marte donne anziane preposte alla servitù e i Custodi. Le Nondonne spedite nelle colonie e preposte a compiti abietti. Le Mogli che governano la casa. Infine, le Ancelle chiamate ad assolvere la funzione procreativa che sembra essere tristemente diminuita. Si tratta di donne fertili che si sono macchiate di una colpa e quindi sono state private del nome, quello di Offred deriva da Fred il nome del suo comandante ma sta anche per offerta, e consegnate ai gerarchi perché generino un figlio.

La storia dell’ancella trae ispirazione dalla vicenda biblica di Rachele che, sterile, decise di offrire al marito la propria serva: “Ecco la mia serva Bila. Entra da lei e lei partorirà sulle mie ginocchia; così anch’io potrò avere figli per suo mezzo” Genesi, 30; 1-3

È un romanzo che travolge.  

Offred ci trascina all’interno della storia, condividiamo i suoi timori di essere umano. Ci apre il suo cuore e ci fa sedere accanto a lei nel buio della sua angusta stanza. Riusciamo quasi a sentire sulla nostra pelle le costrizioni della cuffia e delle alette a cui era costretta. Della pesante veste rossa a rivelare il suo status di ancella 

“Noi siamo dei grembi con due gambe, nient’altro: sacri recipienti, calici ambulanti”

Il libero arbitrio è annullato, della vecchia vita non le resta nulla se non i ricordi che rischiano di annientarla. 

Ero solita pensare al mio corpo come a un veicolo di piacere, o a un mezzo per spostarmi da un luogo all’altro o uno strumento per compiere la mia volontà. Potevo usarlo per correre, premere pulsanti di qualsiasi tipo, per far sì che succedesse quello che mi era necessario. C’erano limiti, ma il corpo era, ciò nondimeno, agile, leale, solido, tutt’uno con me”

Ora il corpo e la volontà non le appartengono più. ridotta com’è alla sola funzione procreativa.

È un romanzo angosciante.

Si percepisce il senso di strangolamento attorno ai personaggi tutti, nessuno escluso. Neanche quelli ai vertici della nuova società possono sentirsi al sicuro.  Perché nessuno lo è.

Non c’è via di fuga. Forse perché non è previsto che nessuno si salvi. 

Immancabili le preghiere rivolte a Dio, un dio che pare però non aver tempo per la pietà visto che queste donne sono ridotte unicamente all’utero come organo propedeutico a generare. Già, le donne in menopausa sono Nondonne e vanno allontanate.

La prosa è molto scorrevole e la trama avvincente. La scrittura potente della Atwood descrive visivamente e con minuzia di particolari la graduale perdita dei diritti prima universalmente riconosciuti e la rassegnata accettazione della perdita degli stessi.

È un romanzo forte, feroce, claustrofico che tiene incollato dalla prima all’ultima pagina per salutarci con un finale che non è un vero finale perché resta aperto.

Che cosa ne è stato di Offred?

Io lo scoprirò a breve con “I testamenti” ma come hanno fatto i lettori ad attendere 34 anni prima di saperlo?

Leggetelo. Leggetelo presto. 


 

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