Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys
Questo romanzo affronta il tema delle barbare deportazioni perpetrate da Stalin ai danni delle popolazioni baltiche. Nelle intenzioni del leader comunista queste popolazioni dovevano essere spazzate via e i “dissidenti” deportati in veri e propri campi di concentramento.
Solo che queste atrocità sono sempre state coperte da una coltre di deprecabile silenzio quasi fossero state condannate alla damnatio memoriae. Sarà perché la storia la scrivono i vincitori?
Credo di sì.
La protagonista Lina è deportata insieme al fratellino e alla mamma in Siberia e qui saranno sottoposti alle peggiori crudeltà che si possano immaginare. Scarsità di cibo, acqua, intimità. Ma nella giovane Lina l’istinto alla vita ha la meglio su tutto.
“Mi hanno tolto tutto. Mi hanno lasciato soltanto il buio e il freddo. Ma io voglio vivere. A ogni costo”
Il romanzo ha un ritmo incalzante con il crescendo degli avvenimenti che interessano la piccola comunità che si è andata formando nel campo. Molto bella la figura della mamma, donna volitiva che non si arrende di fronte alle difficoltà e cerca di proteggere i figli e le persone più deboli rifiutando, tra l’altro, di fare da spia per i sovietici. La coscienza sporca non può essere placata da cibo in più.
Lina si sforza di trovare una logica ma si rende conto che non ne esiste una. Come potrebbe del resto.
“Cercai di trovare una logica. Come ci stavano selezionando per l’imminente trasferimento? Ma una logica non c’era. La psicologia del terrore di Stalin sembrava poggiare sul fatto che non si sapeva mai cosa aspettarsi”
È un romanzo che ho molto apprezzato per aver acceso i riflettori sullo sterminio di più di venti milioni di persone ingiustamente fatto passare sotto silenzio. Se si considera che, una volta tornati a casa, i deportati non hanno finito di scontare la loro condanna perché non hanno mai potuto rivelare al mondo che cosa è accaduto loro durante il regno staliniano del terrore. Le popolazioni baltiche però non hanno mai serbato rancore né odiato preferendo la speranza.
Un libro da leggere.
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